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Di corsa al lavoro!


Scoprire quanto profondi possano essere gli abissi della psiche umana è un’attività che esercito spontaneamente, in particolare quando mi trovo nei non-luoghi tanto invisi al sociologo Augé o sui mezzi pubblici, dove l’utenza è (fin troppo) numerosa e variegata... e proprio riemergendo da una stazione della metropolitana mi sono imbattuto in uno dei “casi” più controversi da analizzare: me stesso! Sarà stata probabilmente l’esigenza di rimettere in moto le gambe o, forse, la volontà di evitare l’ennesimo autobus stracolmo, sta di fatto che il riacquisito senso di libertà provato respirando l’aria frizzante della mattina limpida e l’inimitabile scenografia del centro storico romano si sono rivelate improvvisamente un’occasione troppo ghiotta per non cominciare a correre... poco importa che stessi andando al lavoro, che fossi ingessato in un completo antracite e che non indossassi delle scarpe da running: davanti a me c’erano circa 5.5 chilometri, tempo più che sufficiente per un lento rigenerante dopo i 37 chilometri di due giorni prima ed una destinazione finale particolarmente comoda, con bagni versione spogliatoio che mi avrebbero permesso di recuperare un aspetto quantomeno dignitoso. Folle ma meraviglioso... via Nazionale, piazza Venezia, Via del Teatro di Marcello, il Lungotevere con vista inimitabile sull’Isola Tiberina fino a Ponte Sisto con ritorno sull’altra sponda del fiume, Piazza Sonnino con la statua del Belli che fa gli onori di casa a Trastevere ed infine il cuore del quartiere, con le incantevoli piazze di Santa Rufina, di San Callisto e di S. Cosimato per concludere questo incredibile allenamento in V.le Trastevere, proprio di fronte all’imponente edificio bianco che ospita il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per i lavori di qualità, il fondo e le uscite di potenziamento scelgo scenari decisamente più consoni e meno suggestivi, ma oggi... di corsa al lavoro!

10 commenti:

  1. Post divertente! Chissà cosa avranno pensato i romani nel vederti correre in abbigliamento 'tecnico'. Ma a noi che ce frega, no?

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    1. Ti ringrazio, Marco!
      Quanto a quello che possano aver pensato i romani... conoscendo la loro proverbiale ironia (eufemismo...) ho tirato dritto lungo il percorso per evitare di ascoltare commenti (nel migliore dei casi), battute (e ci possiamo anche stare) o parole un pò più "colorite" (non sempre si accettano con un sorriso)! E poi sì, tutto sommato che ce frega!

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  2. Ma beato te! Non so cosa invidoare di più: il percorso stupendo, la possibilità di lavarsi prima di lavorare o la corsa in. Cravatta!!!

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    1. Penso che abbia detto tutto tu, Marco...ho apprezzato e goduto dell'insieme delle cose che mi hai invidiato! ;-)

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  3. Ahahah! Sei proprio malato. Ma di una bella malattia ;)
    Nel racconto hai omesso un particolare importante: con quali scarpe hai corso?

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    1. Ahahah, è vero Francesco sono proprio un caso patologico! Ma lo sappiamo, la nostra (mi permetto di diagnosticarti la mia stessa patologia... ;-) ) è una malattia bellissima e dalla quale non vogliamo guarire!
      Quanto alle scarpe: nessuna mescola ammortizzante, intersuola che agevola la transizione, tallone rinforzato, tomaia priva di cuciture... soltanto un paio di scomode stringate leggermente traspiranti! Eppure ne è uscita una corsetta da 5'06" /km... credo che le riproporrò nella prossima Maratona!

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  4. Una cosa invidiabile, la tua corsa al ministero... Nel mio caso son fregato: ho il parcheggio praticamente in ufficio... L'idea, comunque, è rigenerante. Da riproporre con qualcosa di meno ingessante...;-)

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    1. Sì Mario, senz'altro rigenerante anche se... decisamente poco comoda! Ma è stata comunque molto divertente... inoltre parcheggiare nel centro storico di Roma è praticamente impossibile, oltre che molto caro! ;-)

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