Ad Menu

Maratonina dei 3 Comuni 2016

Civita Castellana, 24 gennaio 2016.

www.atleticanepi.it
La ricordavo bene, la “Regina d’Inverno”. Tutta curve e forme ardite, prorompente e sinuosa, dal fascino irresistibile, il carattere duro e l’aria ingannatrice: bellissima e per niente facile, tanto da concedersi soltanto a chi per lei getta il cuore oltre l’ostacolo e ne asseconda gli sbalzi d’umore, seguendone le asperità del profilo altimetrico, emozionandosi al cospetto del caldo colore tufaceo e dei cristalli rilucenti nel manto di brina che avvolge le zone d’ombra.
Da 37 anni il meraviglioso angolo della Tuscia che comprende i comuni di Civita Castellana, Nepi e Castel Sant’Elia - già descritto in occasione delle mie due precedenti partecipazioni, datate 2013 e 2014 - si desta dalla gelida notte invernale lasciandosi piacevolmente invadere da un esercito di podisti, folli ed irriducibili amanti della “Maratonina dei 3 Comuni”, pronti ad un corteggiamento lungo 22,5 chilometri. Un esercito chiassoso e variopinto dal quale spuntano le sagome infreddolite di tanti amici di tante gare e, alla spicciolata, ben tre colleghi di lavoro: superato il disorientamento iniziale (sto per correre la 3 Comuni o sono in ufficio?) mi intrattengo prima con Marco, poi con la mitica Alessia (vedi Maratona di Venezia), infine con un secondo Marco con il quale condivido le operazioni di riscaldamento, oltre a battute, considerazioni e opinioni in libertà... insomma chiacchieriamo come di fronte a una pizza e una pinta.
A differenza del 2013 (quando chiusi con un lusinghiero 1h37’55”) e del 2014 (crono irripetibile, 1h34’41”), sono in piena costruzione aerobica per cui il mio unico pensiero è fare un buon allenamento (media 4’30”, 4’35” /km), così mi inserisco in griglia senza fretta, forse pure fin troppo... Quanto manca? Partiti! Il muro di fronte a me si sposta lentissimo, raggiungo la linea di partenza un minuto e mezzo dopo il via dello starter e, soprattutto, non trovo il benché minimo varco per mettere in moto le gambe. I primi due chilometri sono una tortura, il ritmo è blando al punto che sembra di essere fermi sul posto, comincio a elaborare mentalmente i parziali che dovrò fare nei successivi 3, 4 chilometri (quando si completerà la costante salitella iniziale) per raggiungere il passo medio programmato e controllo compulsivamente il cronometro ogni 50 metri: non è affatto divertente e mi riprometto che sarà l’ultima volta che partirò dalle retrovie... smanie e manie tipiche del runner schizofrenico! Dopo cinque chilometri sono in linea con il mio obiettivo, posso rasserenarmi, spingere sulle gambe con rinnovato entusiasmo ed assaporare la gioia della corsa ad ogni singola falcata, una sensazione unica che coinvolge tutti i sensi... bellissimo. Chilometro numero 11, il tracciato si inerpica sullo sperone tufaceo sul quale è adagiata Nepi, bisogna affrontare una serie di tornanti in salita ai cui lati cittadini e tifosi applaudono ed incitano come a una tappa di montagna del Giro d’Italia; sto bene e continuo a mantenere un passo medio di 4’35” /km, per poi guadagnare qualche secondo riscendendo dagli stessi tornanti, dopo aver attraversato il delizioso centro storico. Si risale e si ridiscende anche per raggiungere ed abbandonare il secondo grazioso comune, Castel Sant’Elia: è praticamente impossibile mantenere un ritmo costante, malgrado ciò mi attesto sui 4’32” /km senza impegnare troppo cuore e muscoli e rimango in controllo anche nel corso dei chilometri successivi, caratterizzati anch’essi da continui saliscendi che culminano con la discesa verticale del 20° chilometro (la temutissima salita dei millecori nell’edizione con partenza da Nepi) e il salitone finale per raggiungere di nuovo Civita Castellana, dove alcuni podisti cedono allo sforzo e avanzano camminando a fatica. Chiudo in 1h41’20”, 4’31” /km, tra gli applausi dei numerosi presenti (mi piace ribadirlo ogni volta, lo trovo il premio più gratificante ben oltre ogni medaglia), molto soddisfatto per aver raggiunto l’obiettivo prefissato senza forzare troppo e per aver portato a casa un allenamento che ha fornito indicazioni decisamente positive, oltre al tradizionale e caratteristico piatto disegnato da un artista locale... non mi resta che riempirlo con un'abbondante quantità di pasta!

4 commenti:

  1. Si ma non ho caqpito se si è concessa o no alla fine ;-)...Grande Andrea!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Jonathan! Diciamo che... mi piace pensare di sì :-D

      Elimina
  2. Direi che il 2016 non poteva cominciare meglio!

    RispondiElimina